
Il mito delle carote che migliorano la vista
“Le carote migliorano la visione notturna e vanno consumate crude per non perdere nutrienti”.
In realtà, le cose non stanno esattamente così, ma per una volta, ecco un mito che per fortuna non provoca grossi danni!
L’idea che le carote favoriscano la visione notturna nasce da una vecchia credenza, secondo cui durante la seconda guerra i piloti le usavano, insieme a i mirtilli, proprio per questo scopo. Diciamo che un fondo di verità c’è: queste radici contengono un antiossidante, il betacarotene, che viene trasformato dall’organismo in vitamina A ma anche in retinolo, molto importante per la visione, benché insufficiente a migliorarla.
“Secondo la mia esperienza clinica, consumare molti succhi di carote non basta per migliorare la vista. Indubbiamente ci sono benefici effetti sulla retina, ma in presenza di patologie retiniche non si rilevano modifiche sostanziali”, dichiara il dottor Paolo Pigozzi, medico e nutrizionista di Verona, collaboratore del mensile Vita&Salute.
Idem per quanto riguarda problematiche come astigmatismo o miopia, che comportano un’alterazione del bulbo o un problema del cristallino. Insomma, benefiche sì, miracolose no, soprattutto se la dieta non è bilanciata e variata.
Inoltre, limitandosi a consumarle crude non si riesce ad assorbire bene il betacarotene. È vero che la cottura, specie se prolungata e ad alte temperature, tende a ridurre i nutrienti dei vegetali. Ma è vero anche il contrario: consumare solo cibi crudi non fa assorbire nutrienti importanti, come appunto il becarotene, cui si attribuisce la capacità di prevenire tumori e cardiopatie.
Vari studi scientifici parlano a favore di queste radici cotte, per esempio uno del 20071, che ha valutato in vitro la bioaccessibilità del carotene di carote crude e cotte. Nelle prime, l’assorbimento era del 29%, nelle seconde del 52%. “Meglio ancora se le carote vengono cotte con olio extravergine oppure consumate con mandorle o altri semi oleosi”, ricorda Pigozzi.
Infatti il betacarotene è liposolubile, cioè si scioglie nei grassi, che lo fanno assorbire meglio. Nello studio citato, l’assorbimento arrivava all’80% con l’aggiunta di olio. Favorisce il processo anche lo spezzettamento dell’ortaggio: più le carote sono tritate, meglio è; quindi potrebbero essere anche crude, ma grattugiate fini e condite con un grasso.
Chiaramente è bene non friggerle a lungo in abbondante olio: potete cuocerle intere a vapore, oppure tagliarle a fette e saltarle rapidamente in padella con poco olio. In ogni caso, il messaggio è: consumate crude e/o con cotture delicate e leggere, le verdure fanno sempre bene!
1Dámaso Hornero-Méndez María Isabel Mínguez-Mosquera “Bioaccessibility of carotenes from carrots: Effect of cooking and addition of oil”. Innovative Food Science & Emerging Technologies
Volume 8, Issue 3, September 2007, Pages 407-412.
Mi fa molto piacere, grazie! 🙂